Il bagno e la latrina

Secondo i dati ISTAT del 1931 riguardanti il comune di Bologna, nelle 58.798 abitazioni occupate sono censite solo 8.833 stanze da bagno - intese come ambienti forniti, oltre agli altri sanitari, di vasca da bagno o doccia. Vengono invece registrate ben 16.712 latrine senza acqua e 35.308 latrine ad acqua. La situazione, insomma, è ancora ben lungi dall'essere ottimale, sebbene i quindici anni precedenti avessero fatto registrare già un certo miglioramento. L'Ufficio Case, iniziativa varata dalla giunta Zanardi nel 1914, oltre a modificare il vecchio contratto di affitto, si era posto infatti anche l'obiettivo di risanare per quanto possibile le abitazioni, con particolare attenzione a quelle popolari. Delle 40.663 abitazioni ne erano state visitate 25.786 (quasi tutte comprese entro la vecchia cinta) con 2.893 rilievi, dei quali 2.025 nei riguardi dell'igiene. L’Ufficio aveva quindi, tra le altre cose, spinto all'abolizione delle latrine in comune e costretto i proprietari ad intervenire per sanare le altre deficienze di tipo igienico. Nel frattempo l'edilizia popolare e convenzionata aveva aggiunto numerosi edifici nuovi e in tutti era prevista la realizzazione del bagno. Tuttavia, come si vede dai numeri, le latrine - spesso angusti spazietti ricavati aggettando verso l'esterno giusto quel tanto per collocare un water ed eventualmente un microscopico lavandino - sono al 1931 ancora la norma nella maggioranza delle abitazioni, in particolare nelle vecchie case del centro città. Per fortuna ci sono numerosi alberghi diurni, bagni pubblici dove è possibile usufruire di bagni e docce oltre ai servizi di barbiere.

Per vedere finalmente l'avvio della trasformazione e l'affermarsi del bagno è necessario attendere il secondo dopoguerra, quando anche a seguito delle distruzioni belliche e della conseguente ricostruzione, il censimento del 1951 fa registrare 33.043 bagni in 91.610 abitazioni, che diventano 98.426 in 140.674 abitazioni dieci anni dopo.

Anche per quel che riguarda i fortunati fruitori degli 8.883 bagni registrati nel 1931, però, raramente si tratta di spazi ampi e prevale la valenza di luogo di servizio, funzionale ed utilitario. L'aspetto è sobrio ed essenziale: marmette o piastrelle bianche o dai colori neutri, sanitari bianchi. Anche nelle case di lusso difficilmente ci si trova di fronte alle stanze raffinate progettate per il concorso bandito nel 1930 dall'americana Standard, allestite con sanitari colorati, piastrelle decorate e ampiezze da salotto. Oltre oceano anche il bagno, per chi può permetterselo, diventa spazio “...suscettibile di quella sistemazione decorativa ed artistica che vale tanto a dimostrare il buon gusto personale e la evoluzione sociale del proprietario”. Anzi, per le abitazioni dei ceti elevati il bagno è già spazio privato per il relax e la cura del corpo con angolo per elioterapia o per la ginnastica. Per gli americani degli anni Trenta il bagno è quella stanza moderna che conosciamo oggi; per i pur discretamente fortunati bolognesi dell'epoca è già tanto averla, quella stanza.

Maria Chiara Liguori

1914-1919: Francesco Zanardi sindaco di Bologna, a cura della Direzione dei servizi di informazione e relazioni pubbliche del Comune, Bologna, 1974

Istituto centrale di statistica del Regno d'Italia, Indagine sulle abitazioni al 21 aprile 1931 - anno IX, Parte seconda -Tavole, Firenze, Stabilimenti grafici A. Vallecchi, 1934 anno XII

Istituto centrale di statistica, IX censimento generale della popolazione, 4 novembre 1951, Volume I, Dati sommari per Comune, Fascicolo 33 Provincia di Bologna, Soc. Abete, Roma, 1958

Istituto centrale di statistica, 10° censimento generale della popolazione, 15 ottobre 1961, Volume III, Dati sommari per Comune, Fascicolo 37 Provincia di Bologna, Roma, 1965

The Bathroom. A new Interior, Standard Sanitary Manufacturing Company, 1931

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Progetto per bagno, terzo classificato al concorso Standard per case senza limiti di spesa

Progetto per bagno, terzo classificato al concorso Standard per case senza limiti di spesa


Casa Castelbarco Erba, Milano, architetto Gigiotti Zanini, Doums, marzo 1928

Casa Castelbarco Erba, Milano, architetto Gigiotti Zanini, Doums, marzo 1928


Progetto per il concorso Standard per case di 15.000 dollari di costo massimo

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Albergo diurno Salus, via Indipendenza, Bologna, anni Trenta. Arch. Alberto Legnani (collezione privata)

Albergo diurno Salus, via Indipendenza, Bologna, anni Trenta. Arch. Alberto Legnani (collezione privata)


Casa degli architetti all'Esposizione di Torino, Domus, settembre 1928

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