Colonialismo e guerra d’Etiopia

Ultima fra le potenze mondiali, l’Italia degli anni Venti considerava ancora la conquista coloniale come mossa necessaria a riconquistare una posizione di prestigio dopo la perdita di alcune delle sue colonie (come la Tripolitania e la Cirenaica) in seguito alla fine della prima Guerra Mondiale. Lo stesso Mussolini, un tempo anticolonialista, rivolgendosi al pubblico di Trieste nel 1921 affermò la necessità di conquistare il Mediterraneo, «Mare Nostrum». Forte dell’appoggio del partito nazionalista, da sempre acceso sostenitore della politica di conquista coloniale, Mussolini procedette dapprima alla riconquista integrale della Libia e del controllo sulla Somalia, ingaggiando i generali Emilio De Bono e Pietro Badoglio e il giovane Rodolfo Graziani, autore quest’ultimo dei peggiori crimini contro la popolazione libica.

Fu tuttavia la conquista dell’Etiopia a rappresentare il culmine della politica coloniale del fascismo, simbolo per il Duce della creazione di un vero e proprio Impero italiano e mezzo anche per lavare l’onta della sconfitta di Adua del 1896. La guerra d’Etiopia divenne inoltre un pretesto per sfidare la comunità internazionale, poiché lo Stato africano faceva parte della Società delle Nazioni. Forte del consenso quasi totale della popolazione italiana e contando sul desiderio europeo di mantenere il più possibile la pace, Mussolini inviò, il 3 ottobre 1935, un massiccio esercito al comando di De Bono e Graziani a conquistare il tanto desiderato “posto al sole”. Dopo la rapida presa di Adua ad opera delle truppe di De Bono, Mussolini inviò il maresciallo Badoglio, armato di “meno scrupoli” nei confronti della popolazione etiope. Questi infatti, ottenendo l’incondizionato appoggio del Duce, non esitò a utilizzare i gas, nonostante fossero un’arma proibita dalle convenzioni internazionali.

Il 5 maggio 1936 Mussolini ricevette il tanto atteso telegramma dal suo maresciallo, nel quale gli veniva comunicata l’entrata vittoriosa delle truppe italiane ad Addis Abeba. Quattro giorni più tardi poté annunciare al popolo italiano dal balcone di Palazzo Venezia la nomina di Vittorio Emanuele III a Imperatore. La risposta della comunità internazionale fu debole e si limitò a imporre all’Italia delle sanzioni economiche. L’annuncio della vittoria non determinò tuttavia la pacificazione in Etiopia, dove le truppe imperiali del Negus continuarono a condurre un’aspra resistenza, nonostante la feroce repressione di Graziani. A sostituire quest’ultimo venne chiamato nel 1937 il duca d’Aosta, Amedeo di Savoia, il quale si rivelò un governatore più leale del predecessore. Se si considerano le premesse che avevano mosso il regime alla conquista dell’Etiopia, gli esiti dell’impresa si rivelarono fallimentari: la colonizzazione fu ostacolata dalla difficile pacificazione e i costi dell’impresa si rivelarono assolutamente eccessivi. Non fu quindi un caso se Mussolini non visitò mai il suo Impero.

Elena Musiani

Angelo Del Boca, Gli Italiani in Africa orientale, 4 voll., Roma-Bari, Laterza, 1976-1984
Angelo Del Boca, La conquista dell’Impero, Milano, Mondadori, 1992
Nicola Labanca, In marcia verso Adua, Torino, Einaudi, 1993
Nicola Labanca, Oltremare: storia dell’espansione coloniale italiana, Bologna, Il Mulino, 2002
Nicola Labanca, Una guerra per l’impero: memorie della campagna d’Etiopia 1935-36, Bologna, Il Mulino, 2005
Giorgio Rochat, Il colonialismo italiano, Torino, Loescher, 1973
Giorgio Rochat, Guerre italiane in Libia e in Etiopia, Paese, Pagus edizioni, 1991

Stampa
Scudo in pelle prodotto dall’etnia Beja (Museo civico del Risorgimento di Bologna)

Scudo in pelle prodotto dall’etnia Beja, stanziata nell'area del bassopiano eritreo, generalmente di ippopotamo o di bufalo (Museo civico del Risorgimento di Bologna)


Spada detta “sief”, Etiopia (Museo civico del Risorgimento di Bologna)

Spada detta “sief”, Etiopia decorato sull'elsa con un antico tallero austriaco (Museo civico del Risorgimento di Bologna)


Pugnale da braccio, Africa Orientale, ricordo della campagna coloniale (Museo civico del Risorgimento di Bologna)

Pugnale da braccio, Africa Orientale, ricordo della campagna coloniale (Museo civico del Risorgimento di Bologna)


Luigi Taroni, <i>I nostri soldati in Africa</i>, Milano, Edizioni Aurora, 1935

Luigi Taroni, I nostri soldati in Africa, Milano, Edizioni Aurora, 1935


Campagna d'Etiopia: reparti alpini e di artiglieria da montagna alla conquista delle Ambe

Campagna d'Etiopia: reparti alpini e di artiglieria da montagna alla conquista delle Ambe (in Alpini, edizione dell'Istituto di divulgazione storica, sotto l'alto patronato dell'Istituto del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al V.M., Roma, 1954


Gioco da tavolo sulla Conquista d'Abissinia, omaggio della ditta Sutter (Collezione privata)

Gioco da tavolo sulla Conquista d'Abissinia, omaggio della ditta Sutter (Collezione privata)


Immagine di un giovane appartenente alla gioventù araba del littorio, («Storia e Dossier», anno III, luglio/agosto 1988, n. 20)

Immagine di un giovane appartenente alla gioventù araba del littorio, («Storia e Dossier», anno III, luglio/agosto 1988, n. 20)


Immagine della Scuola della Gioventù inndigena del Littorio di Ada in Etiopia

Immagine della Scuola della Gioventù inndigena del Littorio di Ada in Etiopia («Storia e Dossier», anno III, luglio/agosto 1988, n. 20)