L'autarchia e i materiali per l'edilizia e l'arredamento
L'Autarchia, ovvero il tentativo da parte del regime fascista di raggiungere l'autosufficienza attraverso l'uso di prodotti nazionali, era già parte del progetto di sviluppo negli anni Venti, per esempio con la “Battaglia del grano” ed il tentativo di eliminare l'importazione di cereali.
Ma è in seguito alle sanzioni economiche varate dalla Società delle Nazioni nel novembre del '35, a punizione per l'invasione dell'Etiopia, che diviene una vera e propria politica economica.
Anzi, il discorso fatto da Mussolini all'Assemblea Nazionale dei Fasci e delle Corporazioni nel '36 delinea l'Autarchia come un vero e proprio “sogno”, allo stesso tempo economico, politico e culturale, tanto da rimanere in auge anche dopo il '37, quando ormai le sanzioni erano state sospese.
E' un ideale dove il miglioramento della bilancia dei pagamenti si unisce a prestigio ed autosufficienza, al benessere nazionale, all'identificazione di un nemico esterno nelle demoplutocrazie e alla creazione patriottica di una economia di guerra.
L'obbiettivo era però ben lontano dal poter essere raggiunto, data la scarsità o l'assenza di molte materie prime, e favorì, quindi, il ricorso a molta propaganda e a surrogati oppure all'uso di sostituti artificiali al posto delle materie naturali utilizzate in precedenza.
Ma non in tutti i casi il risultato fu di pessima qualità - come con il cuoio da scarpe sostituito dai cascami o, peggio, dal cartone pressato - dato che inventiva e immaginazione imprenditoriale e tecnica furono particolarmente stimolate e portarono ad alcune soluzioni interessanti come con le fibre artificiali e i materiali per l’edilizia e l’arredamento.
I materiali per l'edilizia e l'arredamento
La VI Triennale di Milano, nel 1936, divenne una grande occasione per proporre gare di design per l'utilizzo di prodotti nazionali. Il vetro di sicurezza Securit, la Faesite – impasto di fibre di legno, il Linoleum – olio di lino, farina di legno, farina di sughero, pigmenti coloranti su un tessuto di juta naturale, l'Anticorodal – insieme di leghe di alluminio, diventano lo spunto per lo sviluppo di soluzioni moderne ed interessanti. Linoleum, vetro e alluminio non sono infatti solo necessari ripieghi autarchici, ma materiali intrinsecamente moderni, funzionali ed igienici, già ampiamente diffusi in precedenza, pensati per abbellire ed alleggerire l'estetica delle case ed anche i compiti di chi operava al suo interno. Il linoleum inserisce colore in pavimenti e mobili, il vetro di sicurezza può essere utilmente sostituito al prezioso metallo per soluzioni eleganti, luminose e visivamente poco invasive per scrivanie, tavoli e tavolinetti, librerie e rivestimenti murari. I nuovi materiali sono resistenti all'usura, come il linoleum o le leghe di alluminio, ma sono anche igienici, di facile pulizia.
Gli architetti dalla visione moderna li adottano con entusiasmo per le loro qualità prima ancora che per adesione ai principi autarchici. Certo, ci sono anche eccessi propagandistici che, in nome dello sforzo patriottico, pretendono di risparmiare sul ferro da usare nella costruzione di case e ponti, ma una serie di articoli tecnici apparsi nel 1938 su «Casabella» cerca di mettere in chiaro che non sempre una soluzione autarchica è economica e tecnicamente fattibile.
Maria Chiara Liguori
Matteo Fochessati, Linoleum, in Francesca Cagianelli, Dario Mattoni (a cura di), Arte in Italia. Decò 1919-1939. Catalogo della mostra, Milano, Silvana Editoriale, 2009
Isabella Pezzini, Autarchia, in Omar Calabrese (a cura di), Italia moderna. Immagini e storia di un'identità nazionale., volume quinto, 1860-1980: Il paese immaginato, Milano, Electa, 1986
Marco Romanelli, Marta Laudani, Luca Vercelloni, Gli spazi del cucinare, Milano, Electa, 1990