Medusa

All’inizio del XX secolo in Italia si assiste a una sorta di rivoluzione nell’ambito dell’editoria: la fine del primo conflitto mondiale insieme allo sviluppo di una società più allargata e dove andava aumentando il numero delle persone in grado di leggere, portò allo sviluppo di progetti editoriali moderni e più attenti alle esigenze del mercato. I primi decenni del XX secolo videro ad esempio il rapido sviluppo della narrativa italiana grazie allo sviluppo del cosiddetto “romanzo di consumo”, il cui scopo era quello di attrarre il pubblico grazie a trame melodrammatiche, a volte spinte fino all’eccesso. Nonostante fosse considerata dai critici come “sottoletteratura”, riscosse un successo di pubblico notevole.

La prima casa editrice di tipo moderno, in grado di cogliere il mutato aspetto del mercato editoriale e le esigenze di un pubblico che stava diventando sempre più di massa fu l’impresa di Arnoldo Mondadori. Fondata nel 1907 a Ostiglia, la Mondadori pubblicò il suo primo romanzo nel 1911 e avviò la prima collana (La Lampada); durante la prima guerra mondiale pubblicò una serie di giornali “di trincea” dedicati alle truppe come «La Tradotta». Nel 1919 spostò la sua sede a Milano e nel 1926 firmò un contratto editoriale con Gabriele D‘Annunzio, che permise alla Mondadori di acquisire credibilità sul mercato editoriale e finanziario italiano, tale da consentirle di intraprendere una serie di progetti più “innovativi” come la traduzione in italiano della serie dei romanzi polizieschi americani. È del 1929 infatti l’uscita della serie dei «Gialli Mondadori», un genere poco sviluppato e conosciuto in Italia ma che conobbe subito un notevole successo di pubblico.

Nell’ambito della narrativa, Mondadori lanciò un’ulteriore sfida segnando il passaggio «dall’egemonia culturale francese, di cui il prodotto tipico [era] il romanzo popolare ottocentesco, all’egemonia americana» (Palazzolo 1993, p. 296): nel 1933 venne creata la collana editoriale «Medusa» con lo scopo di far conoscere la letteratura straniera: Faulkner, Hawthorne, James… Per non incombere nella maglia restrittiva della censura autarchica, Mondadori assicurava il regime nel programma della collana: «Questa nuova collezione […] mira al duplice scopo di far conoscere le opere più significative dell’alta letteratura mondiale d’oggi […] e di liberare al tempo stesso il nostro Paese dalla soggezione verso altre lingue europee […]». (Citato da Palazzolo 1993, p.297n.) Nel 1947 nacque anche «La Medusa degli italiani».

Elena Musiani

Editoria e cultura a Milano tra le due guerre (1920-1940), Milano, Mondadori, 1983.
Maria Iolanda Palazzolo, L’editoria verso un pubblico di massa, in Fare gli italiani. Scuola e cultura nell’Italia contemporanea, a cura di Simonetta Soldani e Gabriele Turi, vol. II Una Società di massa, Bologna, Il Mulino, 1993, pp. 287-309.

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Frontespizio di un volume della collana «Medusa» (Collezione privata)

Frontespizio di un volume della collana «Medusa» (Collezione privata)


Pubblicità per la collana «Medusa», «Domus», giugno, 1933

Pubblicità per la collana «Medusa», «Domus», giugno, 1933