La cucina razionale

Fino agli anni '30 manca in Italia un dibattito sulla razionalizzazione della casa e dei servizi domestici. La riflessione sul tema era partita dagli Stati Uniti già nella seconda metà dell'800 con interventi come quello di Catherine Beecher in «American Woman's Home», per arrivare al taylorismo e all'ingegneria domestica di Christine Frederick negli anni Dieci.

L'Europa era stata raggiunta da queste problematiche negli anni Venti, sulla scorta del dibattito intorno all'edilizia economico popolare, necessaria per dare alloggio ai nuovi inurbati. In Olanda, URSS e Germania le esigenze di razionalizzare l'alloggio minimo stimolano il confronto che, contrariamente agli USA dove si insiste sul potenziamento tecnologico per ottimizzare le attività domestiche, verte principalmente sull'organizzazione degli spazi e la sequenza delle fasi di lavoro. Il risparmio di tempo e fatica si ottiene uniformando l'altezza dei piani di lavoro, introducendo il piano continuo (1923) o adottando l'uso del pensile (1924). Anche la disposizione di mobili e apparecchi viene accuratamente studiata per ridurre gli spostamenti e renderli più agevoli. Un esperimento riportato su «House Beautiful» (1929) registra un risparmio di “tre ore e ventisette minuti” e di “cinquecentotrentadue passi” la settimana operando in una cucina organizzata razionalmente, che evita percorsi inutili e mantiene tutto a portata di mano.

Anche in Italia si iniziano a recepire le riflessioni straniere: per esempio, la “Casa degli Architetti” all’Esposizione di Torino del ’28 allestisce la disposizione dei mobili di cucina in modo da consentire la massima economia di tempo e spazio; «Domus», sempre del ’28, propone una serie di interventi sullo stesso tema; nel '31 Enrico Griffini pubblica Costruzione razionale della casa mentre, di lì a poco, Giò Ponti suggerirà per gli alloggi popolari la casa attrezzata, dotata cioè già in partenza di armadiature integrate nella parete ed altri elementi di comodità fissi. L'attenzione si concentra su interessanti soluzioni planimetriche, sull'uso dei materiali e su cromatismi e design.


Maria Chiara Liguori

Enrico A. Griffini, Costruzione razionale della casa, Milano, Hoepli Editore, IV edizione rivista, 1948, vol. I.
Sarah A. Leavitt, From Catherine Beecher to Martha Stewart. A Cultural History of Domestic Advice, University of North Carolina Press, 2002.
Marco Romanelli, Marta Laudani, Luca Vercelloni, Gli spazi del cucinare, Milano, Electa, 1990.
Janice Williams Rutherford, Selling Mrs. Consumer. Christine Frederick and the Rise of Household Efficiency, Athens, University of Georgia Press, 2003.

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Ipotesi organizzativa per una cucina moderna (Domus, agosto 1928)

Ipotesi organizzativa per una cucina moderna (Domus, agosto 1928)


Studio per una casa a Berlino, arch. Taunt (Domus, aprile 1928)

Studio dei percorsi e loro ottimizzazione rispetto alla distribuzione di spazi e arredi per una casa a Berlino, arch. Taunt (Domus, aprile 1928)


Studi per la “Casa Elettrica” dall’arch. Piero Bottoni (Domus, agosto 1930)

Altri studi di percorsi ottimizzati all’interno della casa studiato per la “Casa Elettrica” dall’arch. Piero Bottoni (Domus, agosto 1930)


Posizioni del corpo umano durante varie attività (Casabella, settembre 1932)

Posizioni del corpo umano durante varie attività (Casabella, settembre 1932)


Cucina modello di tipo minimo, arch. Hermant (Domus, gennaio 1939)

Cucina modello di tipo minimo, arch. Hermant (Domus, gennaio 1939)


Primi passi verso la razionalizzazione dello spazio cucina in Italia. “Casa degli Architetti” all’Esposizione di Torino del ’28 (Domus, settembre 1928)

Primi passi verso la razionalizzazione dello spazio cucina in Italia. “Casa degli Architetti” all’Esposizione di Torino del ’28 (Domus, settembre 1928)


Cucina per una casa a Milano, arch. Pestalozza (Domus, settembre 1939)

Cucina per una casa a Milano, con pensili e piani di lavoro continui, arch. Pestalozza (Domus, settembre 1939)

Armadi-dispensa a muro per le Popolarissime a Bologna, arch. Legnani (Domus, marzo 1932)

Armadi-dispensa a muro per le Popolarissime a Bologna, arch. Legnani (Domus, marzo 1932)