Il Littoriale: lo stadio di Bologna

Negli anni Trenta si sviluppò l’idea, largamente diffusa in tutti i regimi totalitari, che bisognasse disciplinare il tempo libero degli uomini e delle donne. Strumento di tale disciplinamento fu la pratica di attività ricreative caratterizzate da prestigio sociale, in particolare lo sport. Nell’Italia fascista si affermò l’idea della necessità di “occupare” il tempo libero degli italiani attraverso un intervento diretto e strumentale dello Stato, che entrava da protagonista in questo “momento privato” facendone una parte integrante del suo progetto politico di formazione, in particolare di quello rivolto ai giovani. In questa chiave vanno lette le numerose organizzazioni create dal regime fra cui l’Opera Nazionale Dopolavoro (1925) e l’Opera Nazionale Balilla (1926). L’OND aveva lo scopo di occuparsi di una serie di servizi coordinati con la gestione del tempo libero dei lavoratori; l’ONB si rivolgeva in particolare ai giovani attraverso anche uno specifico programma di educazione fisica e sportiva. Nel 1935 Mussolini, su suggerimento dell’allora segretario del Partito Nazionale Fascista Achille Starace, isitutuì il “sabato fascista”, con il quale la giornata lavorativa del sabato veniva interrotta alle 13, in modo poter permettere agli italiani ed alle italiane di dedicarsi alla cura del corpo ed alla ginnastica: i ragazzi dovevano esibirsi in esercizi e prove di abilità, come il lanciarsi attraverso cerchi di fuoco; mentre le ragazze dovevano perfezionarsi nella corsa e in esercizi ginnici con cerchi, clave e bandiere.

In generale le scelte sportive degli italiani andavano dall’escursionismo alpinistico, alla gita in bicicletta, al nuoto e, a partire dal primo Novecento, alla ginnastica. Ma fu soprattutto il calcio, che aveva antiche redici nel gioco del pallone, a divenire la vera passione degli italiani. Come per il ciclismo crescevano i velodromi, per la ginnastica le palestre, per il gioco del pallone gli sferisteri, per il nuoto le piscine, il calcio trovava negli stadi il suo “spazio”.

Nella Bologna fascista di Arpinati, si coronò il sogno dei bolognesi di avere uno stadio moderno, il “Littoriale”, in grado di ospitare diverse e importanti manifestazioni. La struttura, anche se non terminata, venne inaugurata nel 1926 con il memorabile ingresso di Mussolini a cavallo. Il Littoriale fu terminato nell’ottobre del 1929 con la costruzione della massiccia torre di Maratona progettata dall’architetto Ulisse Arata. Nella nicchia della torre venne collocata una statua in bronzo raffigurante Mussolini a cavallo opera dello scultore Giuseppe Graziosi, autore anche della vittoria alata con fasci litttori collocata sulla torre. Peculiarità del Littoriale fu di non essere concepito solo come centro di attività sportive, ma anche come contenitore di manifestazioni fieristiche.

Elena Musiani

Alexander J. De Grand, L’Italia fascista e la Germania nazista, Bologna, il Mulino, 1999
Emilio Gentile, Fascismo. Storia e interpretazione, Roma-Bari, Laterza, 2002
Nazario Sauro Onofri, Vera Ottani, Dal Littoriale allo stadio: storia per immagini dell’impianto sportivo bolognese, Bologna, 1990

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Il littoriale visto da Piazza della Pace, 1930

Il littoriale visto da Piazza della Pace, 1930, in (Nazario Sauro Onofri, Vera Ottani, Dal Littoriale allo stadio: storia per immagini dell’impianto sportivo bolognese, Bologna, 1990)


Saggi ginnici al Littoriale (Stadio), 24 maggio 1934, Foto Camera (Archivio Fotografico - Cineteca del Comune di Bologna)

Saggi ginnici al Littoriale (Stadio), 24 maggio 1934, Foto Camera (Archivio Fotografico - Cineteca del Comune di Bologna)


I littoriali dello sport (Achivio fotografico Camera)

I littoriali dello sport (Achivio fotografico Camera), in (Nazario Sauro Onofri, Vera Ottani, Dal Littoriale allo stadio: storia per immagini dell’impianto sportivo bolognese, Bologna, 1990)


Luigi Piombanti, <i>XI Fiera di Bologna. Al Littoriale. Celebrazioni del bicentenario di Luigi Galvani</i>, 1937

Luigi Piombanti, XI Fiera di Bologna. Al Littoriale. Celebrazioni del bicentenario di Luigi Galvani, 1937 (in L'arte per il consenso, a cura di Massimo Cirulli e Maurizio Scudiero, NY, Publicity e Print press, 2001)


Sepo (Severino Pozzati), <i>O.N.D.</i>, c.1935

Sepo (Severino Pozzati), O.N.D., c.1935 (in L'arte per il consenso, a cura di Massimo Cirulli e Maurizio Scudiero, NY, Publicity e Print press, 2001)


Giulio Cisari, <i>4 dicembre XI. Giornata del Balilla</i>, 1933

Giulio Cisari, 4 dicembre XI. Giornata del Balilla, 1933 (in L'arte per il consenso, a cura di Massimo Cirulli e Maurizio Scudiero, NY, Publicity e Print press, 2001)