Touring Club Italiano

L’8 novembre del 1894 veniva fondato a Milano quello che ancora oggi è conosciuto come uno dei principali punti di riferimento del turismo italiano: il Touring Club. Nato dalla moderna passione per la bicicletta, il velocipede (all’origine si chiamò infatti Touring Club Ciclistico Italiano), e sulla scia delle diverse associazioni sportive e dei “Veloce Club” fiorentini e milanesi, il Touring rappresentava al meglio l’dea di fine Ottocento che intendeva lo sport come gioco, divertimento e attività formativa. A differenza dei diversi club privati, intesi ancora come circoli piuttosto esclusivi, il Touring Club era maggiormente orientato alla dimensione turistica e nasceva da un’idea della borghesia imprenditoriale milanese, emblema di un’Italia moderna e avviata all’industrializzazione.

Nel 1895 il Touring Club pubblicò la prima Guida itinerario dell’Italia, pensata allora come aiuto ai ciclisti e quindi ricca di indicazioni sui percorsi, sulle distanze chilometriche e accompagnata dai nomi degli alberghi e dei luoghi di ristoro. L’ideatore della guida, l’industriale milanese Luigi Bertarelli, trasformò la sua passione per il viaggio in uno strumento “agile” e utile che ancora oggi accompagna le “gite” degli italiani: dal 1895 al 1906 vennero pubblicate le guide stradali seguite poi dalla Carta d’Italia (1906-1913) e dalla Guida d’Italia iniziata nel 1913. Nel 1896 veniva anche avviato il progetto delle carte regionali italiane (la prima a uscire fu la Lombardia) che dovevano descrivere nel dettaglio tutti gli itinerari ciclabili, grazie a un lavoro che vide coinvolti numerosi collaboratori da tutta Italia. La sollecitazione a produrre poi una vera propria guida d’Italia venne dagli stessi soci del Touring, desiderosi di avere uno strumento che desse un’immagine completa del paese.
Il 25 marzo 1900 il nome venne ufficialmente cambiato in Touring Club Italiano. Con il progresso della società e i mutamenti nei gusti e nelle scelte di turismo degli italiani il Touring si adattò alle richieste cominciando a pubblicare guide automobilistiche e itinerari che non si limitavano più solo alle città d’arte.

L’attività del Touring continuò anche durante gli anni del regime, con la solo differenza che nel 1938, per soddisfare i desideri di “italianizzazione” dei nomi stranieri, divenne Consociazione Turistica Italiana. Nel desiderio di “controllare” anche il tempo libero degli italiani, il fascismo aveva anche favorito la creazione di treni popolari, che permettevano agli iscritti al Dopolavoro di viaggiare a tariffe ridotte e di visitare città d’arte seguendo le indicazioni di percorsi e i suggerimenti forniti dalle Guide rosse del Touring Club Italiano. Anche il turismo marittimo, simbolo del salutismo, venne ampiamente sostenuto dal regime e la risposta del Touring venne nel 1932, con la pubblicazione de La Guida pratica ai luoghi di soggiorno e di cura d’Italia, il cui primo volume era interamento dedicato a Le stazioni mare.

Elena Musiani

I sessant’anni del Touring club italiano: 1894-1954, a cura di Giuseppe Vota, Milano, Touring club italiano, 1954.
Fiorenza Tarozzi, Il tempo libero. Tempo della festa, tempo del gioco, tempo per sé, Torino, Paravia, 1999
Stefano Pivato, Il Touring club italiano, Bologna, Il Mulino, 2006

Stampa
Touring Club Italiano, <i>Attraverso l'Italia. Illustrazione delle regioni italiane</i>, vol. 6, <i>Toscana</i>, Milano, TCI, 1935

Touring Club Italiano, Attraverso l'Italia. Illustrazione delle regioni italiane, vol. 6, Toscana, Milano, TCI, 1935


Touring Club Italiano, <i>Attraveso l'Italia. Illustrazione delle regioni italiane</i>

Touring Club Italiano, Attraveso l'Italia. Illustrazione delle regioni italiane


Pubblicità per il <i>Touring Club Ciclistico Italiano</i>

Pubblicità per il Touring Club Ciclistico Italiano (Stefano Pivato, Il Touring club italiano, Bologna, Il Mulino, 2006)