Una moderna “città giardino”

Il Villaggio della Rivoluzione Fascista, il quartiere che era stato costruito per diventare l’esempio bolognese della moderna urbanistica fascista, viene concepito e progettato come una vera e propria “città giardino”. A differenza dell’edilizia di tipo intensivo, che caratterizzava gli altri progetti dello IFACP (Istituto Fascista Autonomo per le Case Popolari) contemporanei o di poco precedenti al Villaggio, quest’ultimo è caratterizzato da una bassa densità abitativa e da ampissimi spazi verdi, che occupano addirittura circa l’80% dell’area a disposizione.

Le zone verdi non rappresentano solamente degli spazi vuoti tra gli edifici, ma furono progettati unitariamente a questi ultimi. In quanto città giardino, la qualità dello spazio aperto doveva essere importante alla pari della qualità delle costruzioni. Proprio la vegetazione dell’ex parco di Villa De Lucca, al posto del quale fu costruito il Villaggio, è l’elemento che ne ha maggiormente condizionato la forma: i nuovi edifici sorsero a fianco degli alberi preesistenti e buona parte dei numerosi pini che fiancheggiavano i viali di accesso alla villa vennero salvaguardati, diventando uno degli elementi distintivi del quartiere.

Questi ultimi hanno influenzato anche il tracciato delle strade, viali dall’andamento curvilineo a delimitare isolati dalle forme organiche che non hanno nulla a che vedere con i tracciati ortogonali a confine dei lotti degli edifici in linea delle contemporanee “Popolarissime”, i tre nuclei di case popolari costruite dallo IFACP su progetto del medesimo architetto del Villaggio nelle aree di via Vezza, via Scipione del Ferro e via Pier Crescenzi. La borghesia fascista a cui era destinata questa piccola città giardino avrebbe avuto poco da invidiare ai ceti sociali più abbienti, che occupavano i quartieri alle pendici dei colli bolognesi.

Beatrice Chiavarini

Case,case,case! società anonima cooperativa “il Littoriale”, in "Bologna,rivista del Comune", n. 9, settembre, stabilimenti poligrafici editori del Resto del Carlino, Bologna, 1928.
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Carlo Savoia, Il Villaggio della Rivoluzione, in "Il Comune di Bologna", giu-lug 1939.
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Sovrapposizione tra la pianta del Villaggio della Rivoluzione Fascista e quella della preesistenza: in rosso è evidenziato il quartiere mentre in azzurro l’edificio di Villa De Lucca e i viali del suo parco con gli alberi ai lati mantenuti nel progetto.(Rielaborazione della pianta della preesistenza dell’Archivio ACER e di quella del quartiere presente in Da campagna a periferia urbana.. cit.)

Sovrapposizione tra la pianta del Villaggio della Rivoluzione Fascista e quella della preesistenza: in rosso è evidenziato il quartiere mentre in azzurro l’edificio di Villa De Lucca e i viali del suo parco con gli alberi ai lati mantenuti nel progetto.(Rielaborazione della pianta della preesistenza dell’Archivio ACER e di quella del quartiere presente in Da campagna a periferia urbana.. cit.)


Uno dei viali alberati del parco di Villa De Lucca (in Case, case, case!.. cit.)

Uno dei viali alberati del parco di Villa De Lucca (in Case, case, case!.. cit.)


La piazzetta centrale del Villaggio dove furono mantenuti gli alberi del parco di Villa De Lucca (Archivio fotografico Acer)

La piazzetta centrale del Villaggio dove furono mantenuti gli alberi del parco di Villa De Lucca (Archivio fotografico Acer)


Il giardino privato di una delle villette (Archivio fotografico Acer)

Il giardino privato di una delle villette (Archivio fotografico Acer)