Il Villaggio della Rivoluzione Fascista oggi
Il “Villaggio” è riuscito a conservare nel tempo la maggior parte dei suoi caratteri originari nonostante le grandi trasformazioni edilizie della zona in cui è stato costruito, che da quartiere ai margini della città e ancora in parte occupato dalla campagna è in fretta diventata prima periferia della città di Bologna. La disposizione degli edifici e i confini tra le proprietà non sono cambiati. Solamente la piazzetta centrale è stata sostituita da un nuovo edificio, che si confonde per il suo aspetto con gli altri tardo razionalisti del quartiere, ma che ha comportato, per far posto alla sua costruzione, l’abbattimento degli alberi che un tempo fiancheggiavano i viali del parco dell’ex Villa De Lucca.
Dopo la vendita da parte dell’ex Istituto Autonomo per le Case Popolari (attuale ACER, Azienda Casa Emilia Romagna) di alcuni di essi, i singoli edifici hanno avuto storie molto differenti tra loro e quella uniformità di aspetto, che era la caratteristica e la particolarità del Villaggio, si è man mano persa. Quando, infatti, erano gestiti dallo IACP, le modifiche e le manutenzioni ai diversi edifici erano omogenee tra loro, in quanto i progetti, seguiti da un unico ente, avevano caratteri comuni. Attualmente, invece, a causa della presenza di diversi proprietari che intervengono in maniera e tempi diversi sulle proprie abitazioni, si è persa questa unitarietà, lasciando il posto a una grande varietà di stati manutentivi, linguaggi architettonici, tinte e materiali. Al momento ci si trova di fronte a due situazioni: edifici che hanno subito interventi di manutenzione spesso non propriamente rispettosi dei caratteri storici e altri, rimasti magari disabitati e abbandonati, che conservano ancora tutti gli elementi originali ma in condizioni di degrado e deterioramento tali da rischiare una perdita irreversibile dei materiali storici che li compongono.
Un’altra problematica è stata l’aggiunta da parte degli abitanti di una serie di elementi, come impianti di condizionamento, finestre a doppio vetro, antenne paraboliche o tende da sole, per adattare i propri appartamenti alle loro diverse esigenze. Queste aggiunte, infatti, oltre a sporcare quella pulizia delle facciate ricercata dal progetto originale, sono diverse tra loro da abitazione ad abitazione e rendono l’aspetto del quartiere nel suo insieme ancora più disomogeneo.
Il “Villaggio della Rivoluzione Fascista” è considerato un intervento di particolare importanza storico-artistica ed è tutelato in quanto tale. Purtroppo, però, la presenza di diversi proprietari al suo interno e le sue particolari caratteristiche rendono molto difficile il controllo degli interventi di manutenzione sui singoli edifici, minacciando la perdita nel corso del tempo di quell’unità di caratteri che aveva caratterizzato la sua progettazione.
Beatrice Chiavarini
Beatrice Chiavarini, Il Villaggio della Rivoluzione Fascista a Bologna: proposte per la tutela di un quartiere del Novecento, tesi di laurea magistrale a ciclo unico in Architettura, inedita, relatore Rita Fabbri, correlatore Serena Ciliani, Università degli studi di Ferrara, A.A. 2013-2014.